Vidar Vaaer, alias Ildjarn, è un genio unico ed inimitabile e il suo stile grezzo e violentissimo da sempre costituisce un trademark riconoscibile fin dal primo ascolto. È vero, non sa suonare, ma chi se ne frega! Il figlio della Stella del Nord non si è mai svenduto al mercato, non è mai venuto meno ai propri ideali, non ha mai anteposto la vuota immagine alla sostanza e quando cominciò ad intuire che il black metal stava trasformandosi sotto diversi aspetti in un ridicolo carrozzone sul quale ogni idiota modaiolo di turno era pronto a saltare, preferì, a differenza di molti suoi più illustri colleghi, abbandonare tutto piuttosto che perdere la propria dignità. Membro dei seminali Thou Shalt Suffer, band di proto black death nella quale militarono anche Samoth ed Ihsahn, e mente del progetto ambient minimale Sort Vokter, Vidar con Ildjarn dà vita ad una delle creature più selvagge ed integraliste dell’intero panorama black di tutti i tempi. Lontano dai clamori delle riviste e dalle luci dei riflettori, nell’oscurità più profonda e gelida delle antiche foreste colme di magia e mistero, il nostro nutre in solitudine i propri morbosi pensieri di odio e devastazione con l’energia primordiale della Natura incontaminata. Al pari degli altri padri fondatori del genere anche Ildjarn concepisce una via personale ed originale al black metal, dando corpo ai peggiori incubi e alle più pericolose visioni della propria mente allucinata. Le songs, tutte dalla brevissima durata, sono schegge impazzite e vorticose, caratterizzate da un riffing estremamente elementare e primitivo e da un drumming ossessivo dal suono scarno ed essenziale. La voce è un rantolo disperato e demoniaco, ma costituisce un elemento del tutto superfluo (molti sono infatti i pezzi interamente strumentali). La produzione è assolutamente artigianale, a tratti perfino inascoltabile, con diversi brani troncati di netto sul finale, come se qualcuno staccasse all’improvviso la spina agli strumenti. Tutta l’opera trasuda una violenza quasi palpabile, nuda e cruda, esplicita e senza filtri, nera come la pece, esaltata da un maelstrom sonoro che non ha eguali in quanto a ferocia e che genera una cacofonia diabolica quasi ai limiti del grind, una non-musica blasfema e totalmente annichilente. Questo è Ildjarn, la semplicità al servizio dell’Arte Nera, questo è “Strength And Anger”, un purissimo gioiello di male, incastonato in eterno nel cielo cristallino, freddo e distante, del grande Nord.
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