Gli States si stanno rivelando in questo ultimo scorcio del 2005 una vera miniera di progetti interessanti e di dischi decisamente sopra la media. Ulteriore riprova ne é questo side project del buon Wrest, mente e motore dei malatissimi Leviathan, qui alle prese con sonorità piuttosto distanti da quelle della sua band madre. Lurker Of Chalice infatti é un incubo sonoro profondo ed oscuro costruito su fondamenta dark post rock, dove il black metal é una reminescenza antica, un legame sottile ma solido con le radici musicali di questo artista polivalente che si sta dimostrando sempre più geniale. L’ossessione, la malinconia, il male di vivere ed un’infinita, assoluta tristezza sono i sentimenti e le sensazioni che costituiscono la cifra di fondo di questo baratro di disperazione in musica. I riffs sono estremamente minimali, ripetitivi, circolari ed ipnotici e richiamano alla mente per la pastosità vischiosa del suono certa psichedelia tipicamente settantiana (primi Pink Floyd), mentre la lentezza acida di alcuni passaggi chitarristici si avvicina alle atmosfere nere ed oppressive del doom più funereo. Non mancano stacchi ambient dal sapore apocalittico né feroci sfuriate dove l’elemento black torna per un attimo in primo piano (l’opener o alcuni momenti di “Granite”) per poi sprofondare nella melma sonora più pesante e malsana. Vera perla dell’album é la lunga e pachidermica “Minions”, un gorgo lento ed inesorabile di putrida sofferenza, un monumento asimmetrico di depressione e morte. Wrest, a differenza di quanto fatto con altri intenti dagli ultimi Enslaved, non unisce il black metal alla psichedelia, ma fonde completamente l’uno nell’altra, creando insieme ad elementi mutuati dal doom più claustrofobico un ibrido mostruoso e sinistro, riuscendo là dove i Joyless avevano fallito anni fa. Se volete essere impossessati dalle tenebre più malevole fate vostro questo dischetto senza alcuna esitazione.
