Ponte Del Diavolo

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All’indomani dell’uscita di “Sancta Menstruis”, secondo ep per l’ensemble torinese, abbiamo colto l’occasione per scambiare quattro chiacchere con i Ponte Del Diavolo in questa intervista (che ha avuto una lunga gestazione!) e scoprire qualcosa di più sull’universo della band, dal punto di vista musicale e non solo. Lascio quindi la parola ai membri del gruppo, Erba Del Diavolo, Laurus, Nerium e Abro, che si sono prestati tutti a rispondere alle nostre domande. Buona lettura!

Ponte Del Diavolo: perché questo nome?

(Laurus) Ponte Del Diavolo, oltre a rimandare alla leggenda del ponte di Lanzo Torinese e di altre città italiane ed europee, vuole essere un’allegoria di ciò che facciamo, ossia creare un legame attraverso la musica che facciamo, tra il mondo fisico che ci circonda e tutto ciò che invece rimane occulto.

(Nerium) Cercavamo qualcosa che legasse il mondo dell’occulto con il territorio, un nome che però fosse facilmente riconoscibile. Durante le varie discussioni per la scelta del nome, il nostro vecchio batterista tirò fuori una foto del ponte del diavolo di Lanzo, proponendo di usare il nome in inglese.

Che ruolo gioca l’aspetto esoterico ed occulto nella musica, nei testi e più in generale nel concept del gruppo?

(Erba del Diavolo) È un aspetto fondamentale, l’arte ha un filo diretto con la magia, è l’espressione più intima dell’uomo, per i testi soprattutto, non sarei in grado di emozionarmi così tanto toccando altri argomenti, con la musica mi sento libera di sondare le parti più occulte di me e di metterle in parole ed immagini. L’udito è legato al quinto elemento, lo Spirito. Ed è quello che voglio nutrire attraverso il suono che stiamo creando.

Facendo un passo indietro e parlando del vostro ep d’esordio “Mystery Of Mystery”: quali sono gli aspetti salienti di quel lavoro che, se non sbaglio, è stato concepito in “presa diretta”?

(Nerium) Il primo ep è stato concepito in due ore nell’appartamento di Abro, pochi mesi prima dello scoppio della pandemia. È stato registrato in presa diretta il 6 marzo 2020 grazie a L’Ossario Studio, nei locali della Dracma a Torino. Quel giorno in realtà avremmo dovuto fare il nostro primo live (di supporto ai Doomraiser al Padiglione 14 a Collegno), saltato per ovvie ragioni. Da li a poco, lockdown e ciao a tutti.

(Laurus) Probabilmente l’aspetto più distintivo del primo ep è il fatto stesso che sia registrato in presa diretta e che sia stato fatto in maniera forse più istintiva.

Quali sono invece le principali differenze rispetto al nuovo ep “Sancta Menstruis”?

(Abro) Senza farlo volontariamente il secondo ep è uscito un po’ diverso dal primo, un po’ più occult rock se vogliamo, inoltre “Sancta Menstruis” contiene il nostro primo pezzo cantato in Italiano e questo sicuramente è un passo avanti, il terzo ep suonerà diversamente da questo.

(Nerium) Pur riprendendo lo stesso format, l’influenza doom è più presente (vedi  “13” e “The Unborn”). La sostanza cambia con “Un Bacio A Mezzanotte”, che inizialmente voleva essere un pezzo di stampo black metal, ma che alla fine è diventato tutt’altro. Ovviamente, è anche l’unico pezzo cantato in italiano, cosa che nel primo ep non abbiamo tenuto in considerazione.

(Laurus) “Sancta Menstruis” è stato realizzato in multitraccia, quindi in maniera più “pensata” e consapevole.

Doom, black metal, occult rock, psichedelia, dark wave: in che modo tutte queste influenze si mescolano nella vostra musica?

(Laurus) Semplicemente il lato più nero e sinistro dei nostri generi preferiti è stato usato come filo conduttore per creare qualcosa di nuovo e soprattutto spontaneo.

(Nerium) Ognuno porta il suo contributo e la propria influenza musicale. Siamo molto diversi tra di noi, anche nel modo di suonare, ma questi generi ci accomunano. Quando componiamo, lo facciamo come band e mai come singola persona che propone un prodotto preconfezionato.

(Abro) Tutte queste influenze si mescolano in maniera molto naturale, ognuno nella band ha il proprio backround. Noi due bassisti arriviamo più dal black metal, Erba Del Diavolo invece dalla wave e dal post punk, il nostro chitarrista e riff master ha un backround più stoner/sludge, mentre il batterista non arriva neanche dal metal ad esempio.

Perché il doppio basso?

(Laurus) Il doppio basso è per accentuare ancora di più i toni cupi e neri che ricerchiamo. Frequenze che vengano prima percepite “di pancia” e poi con le orecchie.

(Nerium) Perché le basse frequenze sono le uniche che riescono ad attraversare le strutture, quindi facilmente riescono ad oltrepassare anche il tuo corpo. Prova a venire ad un nostro live e capirai la sensazione.

La voce così particolare di Erba Del Diavolo è a mio giudizio un elemento che contraddistingue la vostra proposta. Perché questa scelta?

(Erba del Diavolo) Ho molte influenze wave, punk e post punk, ho praticamente sempre fatto questi generi e questo è semplicemente il mio modo di cantare.

Perché avete deciso di “omaggiare” il Quartetto Cetra con “Il Bacio A Mezzanotte”?

(Erba del Diavolo) Perché avevano ragione, se c’è la luna in cielo quel bacio è visibile, io cerco baci non visibili agli occhi, baci che piovono dalla notte più buia, dove il nulla crea lo spazio per poter creare.

Com’è un live dei Ponte Del Diavolo?

(Nerium) Si suda “abbestia”.

I vostri due ep fanno parte di una trilogia, quindi ci dobbiamo aspettare un terzo capitolo. In che direzione andrà?

(Abro) Sì, è una trilogia e a settembre/ottobre uscirà la terza parta, probabilmente dei tre sarà il capitolo più scuro ed estremo ma, anche qui, non è stata una decisione presa a tavolino.

(Laurus) L’ultimo ep sarà quello più nero della trilogia.

(Nerium) Verso la cattiveria, più dei precedenti.

A voi le ultime parole…

(Abro) Le ultime parole saranno sempre le prime, caro lettore di questa intervista.