Intus Mortem – Exiled From Light

0
1009

Nuovo progetto tutto italiano, gli Intus Mortem sono un duo che vede la partecipazione di vecchie conoscenze dell’underground black metal nostrano, ovvero Xes (già in Byblis e Infernal Angels, tra gli altri) alla voce e Noktvrnal (Ad Omega) alla chitarra e al basso, entrambi già coinvolti insieme nei Lamasthu (dei quali abbiamo recensito qualche tempo fa il debutto “Revocatio Inanitatis”), per l’occasione coadiuvati da Bestia alla batteria, anche lui personaggio decisamente attivo, anche come session in varie realtà. Questo “Exiled From Light”, che esce sotto l’egida dell’etichetta messicana Ascension Records, è l’album di debutto di questa nuova creatura e ci consegna un suono tradizionale ma ben concepito tra diverse influenze, pur non brillando per particolare originalità o personalità compositiva. Se il citato disco dei Lamasthu era più giocato sulle atmosfere e su un andamento strascicato e lento fino a lambire territori ambient/drone, in questo caso si resta invece nel recinto del black metal più oscuro e criptico, con radici saldamente ancorate sia a certa tradizione scandinava old school sia alla corrente “religious/revival” che, con alterne fortune, si è imposta all’attenzione dell’audience estrema a partire dagli anni duemila.

All’ascolto infatti balzano all’orecchio riferimenti ora a certi Mayhem più recenti, ora a gruppi come Ofermod, Funeral Mist e simili ed ora alla classica scuola svedese di metà anni novanta, ed ecco perché parlavo di influenze diverse che nel disco, trovano comunque un buon amalgama d’insieme. C’è una certa furia espressiva (e non potrebbe essere diversamente) ma calibrata in maniera quasi chirurgica attraverso canzoni dalla struttura delineata e tutto sommato semplice, che alternano con buon mestiere momenti più vorticosi e funesti, dal flavour cimiteriale, a passaggi più granitici e ossessivi, veicolati da ritmi più cadenzati, senza rinunciare a qualche sinistra melodia che fa la sua comparsa sottotraccia, il tutto in un quadro sonoro (ma anche lirico) dal retrogusto decisamente mortifero e occulto, come da tradizione nell’ambito del sottogenere di riferimento al quale a grandi linee potremmo ricondurre questo lavoro e che ho cercato di descrivere poco sopra. Colgono nel segno in particolare episodi come “Blood And Lust” e “In Nomine Draconis”, posti proprio al centro della tracklist, nei quali trionfano distorsioni chitarristiche dal sapore quasi lisergico, immerse in un contesto ritmico che ne esalta l’impatto ferale.

Ma sarebbe sbagliato concentrarsi solo su alcuni brani a discapito di altri, dal momento che siamo di fronte ad un disco molto compatto, che va fruito come un continuum diviso in vari capitoli, e dove anche i brani al primo ascolto meno immediati possono essere apprezzati con maggiore costanza ed attenzione. In conclusione a mio giudizio “Exiled From Light” è un disco underground più che discreto, che svolge degnamente il proprio compito, senza far gridare al miracolo e senza esplorare nuovi orizzonti ma anche senza necessariamente cadere nella più scontata accademia. E, visto il panorama generale, saturo di bravi artigiani col difetto di considerarsi dei grandi artisti incompresi, direi che ci possiamo anche accontentare.