Hard & Fast Ep. 7

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Ed eccoci giunti all’imperdibile appuntamento con Hard & Fast, la rubrica che tutto il mondo ci invidia, grazie alla quale possiamo scoprire insieme sfiziose realtà underground sparse per il globo che agitano i loro lovecraftiani tentacoli negli angoli più umidi delle più buie catacombe: un colorito giro di parole per dire che sui superaggiornati e bellissimi siti generalisti difficilmente troverete questa roba ma a noi piace scavare nel marciume e darvi in pasto queste putride larve musicali. Tra l’altro siamo incredibilmente arrivati alla settima puntata (chi l’avrebbe mai detto? E non abbiamo intenzione di fermarci…) e questa volta vi proponiamo tutti lavori recenti, usciti tra il 2024 e il 2025, spaziando come di consueto tra vari paesi e vari sottogeneri. Quindi buona lettura e buon appetito!

STYGGEDOM – Massedrap – full length – 2024 – Bad Noise Records

Creatura del polistrumentista norvegese Nattsvart, attivo in una miriade di gruppi di svariato genere, gli Styggedom suonano un classicissimo black metal norreno, debitore in modo quasi totale ai Darkthrone dei tempi belli. “Massedrap” è quindi uno di quei lavori totalmente e orgogliosamente derivativi, ma fatti come si deve, con tutte le cose giuste al posto giusto: dai riff gelidi e zanzarosi all’alternanza di tempi medi e veloci, dal vocione gracchiante alla produzione volutamente low-fi, da una certa ironia nei titoli ad alcuni chorus riuscitissimi (l’opener “Forlatt Herfra Til Helvete” e “Satans Sodomitt”), fino ad una punta di black’n’roll in alcune tracce. Questo “Massedrap” si fa dunque ascoltare volentieri: se vi sentite nostalgici e avete voglia di un po’ di vecchia (nuova) Norvegia, questo è il disco che fa per voi.

INDESIDERIUM – The Nocturnal Seance Of Lucifer – full length – 2025 – Satanath Records

Potrebbe suonare strano sentire una band americana promossa da un’etichetta russa di questi tempi, ma è bello pensare che la musica (o il metal) possa passare sopra a mere “problematiche terrene”. Il black metal degli losangelini è quanto di più lontano si possa accostare alla California: siamo di fronte infatti ad un assalto gelido e ferale di stampo svedese, con Dark Funeral e Dissection in testa come pietre angolari di ispirazione. Tempi veloci, riff taglientissimi, songwriting nel giusto guado fra semplicità e ingarbugliamento e una ovvia quanto inevitabile immagine a sfondo satanico. Personalmente non ho apprezzato la voce, troppo sopra gli strumenti e poco epressiva, quasi slegata dal contesto, ma qui si tratta più di gusti soggettivi. In ogni caso pezzi come la title track e “Apocalyptic Funeral March” sono dei piccoli gioielli di un black metal senza compromessi e contaminazioni che farà di sicuro felici i puristi del genere.

INFERNAL – Third Decade Of Darkness – ep – 2025 – Tanatofobia Productions

Ed eccoci alla nostra proverbiale tappa sudamericana, nello specifico nell’amata Colombia. Gli Infernal sono un gruppo storico della scena latina, avendo esordito addirittura nel 1996. Non parliamo né di campioni né di inutili cloni, ma di onesti mestieranti a cui bisogna riconoscere di non aver mai perso l’attitudine, anche se non sono mancati gli esperimenti come l’album totalmente strumentale “Passage To Next Dimension” del 2019. L’ep di cui parliamo è l’ultima fatica in ordine cronologico dei nostri amici che, diversamente da molti conterranei, prediligono un suono più melodico e meditativo, nell’intento di creare un’atmosfera maledetta, sulfurea e mistica, come del resto suggeriscono i titoli di album e canzoni.  Non mancano ovviamente le parti più veloci ed aggressive, così come alcune eccellenti idee di songwriting, al netto di una certa e inevitabile ripetitività di fondo. Un lavoro interessante di un band che meriterebbe di sicuro maggior riconoscimento.

CZARNA MAGIA – Morbid Affection To Darkness – full length – 2024 – Symbol of Domination Productions

Terza fatica sulla lunga distanza per questa one man band polacca di recente formazione e dedita ad un black metal rozzo e pachidermico, stretto parente dei lavori di fine anni ottanta di Hellhammer e compagnia, anche se il riferimento, soprattutto nelle parti più melodiche, restano i classici norvegesi. Si rivela comunque interessante questa commistione con echi death metal che rendono il songwriting molto più dinamico e meno scontato di quanto possa sembrare di primo acchito. Coraggiosa e vincente anche la scelta di premiare le linee di basso con un posto in prima fila. C’è poco spazio per velocità parossistiche o assalti all’arma bianca, piuttosto si scapoccia con frequenti accelerazioni in mid tempo, mentre le orecchie si schiantano contro un muro sonoro spesso quanto il cemento armato. Una certa tendenza alla lungaggine è il difetto principale di un disco che rimane comunque di eccellente fattura e che piacerà a chi cerca quell’antica e primigenia incarnazione del black metal come costola appuntita del death.

SAIDAN – Visual Kill: The Blossoming Of Psychotic Depravity – full length – 2025 – Jems Label

Nativi del Tennessee ma con un evidente feticismo per il folklore horror giapponese, i Saidan suonano un black metal stratificato e piuttosto moderno, che strizza l’occhio al mondo del Sol Levante non solo per l’iconografia ma anche per qualche deviazione power melodica, tipica del sound metal nipponico. Ne viene fuori un lavoro complesso e di difficile assimilazione sulle prime, eppure assolutamente coinvolgente nel suo incedere a velocità spesso sostenutissima, sorretto da un songwriting originale e imprevedibile, che trova pochi epigoni nella scena attuale. Da segnalare la title track “Visual Kill”, come compendio delle sonorità del duo statunitense, capace di mettere in mostra anche una perizia tecnica non trascurabile. La voglia di sperimentare ogni tanto regala qualche momento davvero (troppo) spiazzante e l’impressione che l’abbiano fatta fuori dal vaso c’è. Inevitabile che la produzione per un disco del genere sia pulita e bombastica, forse un po’ di sporcizia in più non avrebbe guastato e avrebbe tolto quella patina di  prodotto leggermente “plasticoso”. In ogni caso, il black metal dei Saidan resta originale e coraggioso, diretto ai più aperti di mente e a chi è alla ricerca di qualcosa fuori dagli schemi.