Serpentes – Desert Psalms

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Quando un disco esce per la Norma Evangelium Diaboli è agevole individuarne grosso modo le coordinate stilistiche e concettuali prima ancora di averlo ascoltato. In questo caso al progetto, che è in sostanza una one man del portoghese A. Ara (già negli Angrenost), prendono parte Dagur Gíslason e Magnús Skúlason degli islandesi Misþyrming. E se due indizi non fossero sufficienti, ecco la copertina laocoontica e i titoli delle canzoni per semplice enumerazione a completare il quadro, e poi ovviamente la musica. E quindi sì, i Serpentes suonano quello che è stato definito religious black metal o comunque un black metal riconducibile al filone che fa capo a gente come Funeral Mist, Deathspell Omega, Antaeus, Katharsis, S.V.E.S.T. e diversi altri e che proprio la Norma Evangelium Diaboli ha contribuito più di qualunque altra etichetta a portare alla ribalta almeno da un paio di decenni a questa parte. Un black metal che nel caso dei Serpentes unisce le atmosfere magiche e calde del deserto alla furia cieca classica del genere nella sua espressione più “nordica”, in equilibrio tra un approccio tutto sommato tradizionale e tentazioni sperimentali dal piglio a tratti avantgarde, che per fortuna non scivolano mai nella trappola masturbatoria del “oh, sentite qui come sono originale” ma rendono invece le composizioni interessanti e imprevedibili quel tanto che basta. Cascate di riff dissonanti con contorno di blast beats feroci ma tecnicamente impeccabili, muri di violenza sonora, aperture melodiche che si fanno strada faticosamente qua e là, qualche sparuto ma molto intelligente contributo tastieristico e un andamento generalmente criptico e intransigente che non lascia molti appigli all’ascoltatore, perfino a quello più scafato e non alieno a questo genere di sonorità.

“Desert Psalms” per essere un debutto è incredibilmente maturo e l’esperienza dei musicisti coinvolti a diverso titolo nella band si sente tutta, come l’inevitabile influenza degli stessi Misþyrming, anch’essi naturalmente riconducibili al sotto genere in questione, di cui sono attualmente tra gli interpreti più credibili. Ed è il tipico disco concepito come un percorso diviso in capitoli così che mantiene una coerenza espressiva piuttosto ferrea, pur presentando al suo interno molte sfumature e qualche diversificazione più marcata. Mi riferisco ad esempio ai ritmi lenti e compassati della prima parte dell’opener, che trasuda letteralmente zolfo da ogni nota, oppure alla drammaticità luciferina dell’episodio conclusivo. Ho citato i due brani a mio giudizio meglio riusciti, che idealmente incorniciano un lavoro senza sostanziali cadute di tono, nel quale l’elemento ritualistico, che è anche la sua caratteristica di maggior fascino, è accentuato da un cantato stentoreo e vagamente liturgico e da una produzione polverosa che mantiene intatta una certa impenetrabilità esoterica, se così la vogliamo chiamare.

Certo non siamo al livello dei dischi che hanno definito gli stilemi del black metal ortodosso, o appunto “religious” che dir si voglia, ma bisogna riconoscere che i Serpentes seguono con diligenza e un tocco di personalità le orme dei maestri e il loro sporco lavoro lo sanno fare egregiamente. Quindi non esitate oltre e procedete spediti attraverso questa discesa infernale.

REVIEW OVERVIEW
Voto
73 %
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serpentes-desert-psalmsTRACKLIST <br> 1. Desert Psalms I; 2. Desert Psalms II; 3. Desert Psalms III; 4. Desert Psalms IV; 5. Desert Psalms V; 6. Desert Psalms VI; 7. Desert Psalms VII <br> DURATA: 46 min. <br> ETICHETTA: Norma Evangelium Diaboli <br> ANNO: 2025