Vathr – Dead & United

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Era da un po’ di tempo che non tornavamo in Norvegia, che è stata indubbiamente la culla della così detta seconda ondata del black metal ma che ultimamente sembra aver perso almeno in parte l’antico smalto, a vantaggio della non lontana Finlandia, che invece continua a sfornare gruppi validi a ripetizione. E allora, visto che abbiamo deciso di tornare, tanto vale farlo in grande stile e andare in una delle città che della più famosa (o famigerata, fate voi) scena degli anni novanta è stata una delle indiscusse protagoniste, ovvero Bergen. Infatti proprio da Bergen arriva il progetto Vathr, one man band di recente formazione, dietro la quale si nasconde Jørn Inge Tunsberg, personaggio con un passato non di secondo piano proprio in quella scena, attualmente negli Hades Almighty ed ex Amputation, Old Funeral e Immortal. Meglio però lasciar parlare la musica e nient’altro, evitando di creare irrealistiche aspettative e scomodi confronti, ed in questo caso caschiamo bene perché si tratta di buona musica.

Questo “Dead & United”, che esce per la Edged Circle Productions e rappresenta il debutto del progetto, è infatti un buon ep, che ci restituisce un suono familiare (e probabilmente non avrebbe potuto essere altrimenti) attraverso una produzione potente e professionale, che fin dalle prime note ci fa capire che non siamo di fronte ad uno sprovveduto di primo pelo. Tre pezzi, per un totale di circa venti minuti di black metal old school, che predilige tempi medi ed atmosfere epiche, tanto da chiamare in causa più volte quel capolavoro che risponde al nome di “Blood, Fire, Death”, che il nostro amico indica come proprio punto di riferimento compositivo, dando prova di una certa onestà intellettuale e di lodevole umiltà (qualità che manca a molti, specie in quel paese a forma di stivale, dove in troppi sono convinti senza nessun imbarazzo di essere dei prime movers assoluti) ma anche di chiarezza d’intenti, altra caratteristica invidiabile. E chi conosce quel disco seminale, che segnò il passaggio della creatura Bathory dalla fase black/thrash degli esordi a quella propriamente pagan, facendo proseliti in lungo e in largo, saprà quindi cosa aspettarsi, ovvero brani cadenzati e dal piglio insieme tragico ed eroico, che tuttavia non disdegnano momenti di furia glaciale, consegnandoci un mix di certo non originale ma di sicuro effetto, reinterpretato peraltro in maniera del tutto convincente grazie anche a un gusto melodico sopraffino che possiamo apprezzare tanto nel riffing quanto negli assoli.

Anche se Tunsberg, da bravo norvegese cresciuto con la vecchia scuola, non rinuncia alla più classica accoppiata tremolo/blast beats, spezzando così la magniloquenza con passaggi decisamente più ferali ma sempre di classe. A conti fatti quindi il nostro ritorno nella tundra norvegese è stato senza dubbio soddisfacente. Il progetto Vathr riesce a suonare cupo e freddo in un contesto viking di più ampio respiro e potrebbe piacere tanto a chi ama sonorità alla Vreid quanto a chi predilige un sound più asciutto alla Khold, e questo mi sembra un bel complimento. Lo aspetto al varco del debutto sulla lunga distanza perché le premesse per dare vita a un disco molto interessante mi sembra che ci siano tutte.