Interior Mors

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Rovistando nell’underground black tricolore abbiamo scoperto il progetto Interior Mors, che si muove in territori atmosferici con contaminazioni ambient ed ha già rilasciato alcuni lavori “minori” in attesa della pubblicazione del full length di debutto. Siamo quindi andati a scambiare quattro chiacchere con il factotum di questa one man band e questo è quello che ha voluto raccontarci…

La prima domanda è ben plausibile: perché è nato il progetto Interior Mors e quali sono gli obiettivi di questa creatura?

Inizio quest’intervista ringraziandovi profondamente per lo spazio che mi state offrendo. Parlando invece della nascita del progetto, Interior Mors è una one man band nata nel non troppo lontano 2018, la cui prima release (“Alone Into The Blizzard”) risale proprio alla fine dello stesso anno. Il progetto nasce in un periodo turbolento della mia vita, in cui un profondo e costante senso di malinconia mi stava accompagnando. Ho sentito quindi come il bisogno di esprimere tutto ciò al mondo, ma a questo volevo aggiungere anche qualcos’altro di molto intenso: il mio profondo senso di amore e rispetto verso la natura e verso la storia del mio territorio. Ecco perché ho deciso di creare un progetto atmospheric black metal arricchito da elementi malinconici. L’atmospheric è decisamente un genere a cui devo tantissimo, dal momento che è attraverso di esso che io ho veramente riscoperto la grandiosità della natura che mi circonda; questo è il motivo per cui ho sentito il bisogno di avvicinarmi personalmente, come artista intendo, a questo ambiente.

Cosa nasconde ancora nel nuovo millennio il mondo dell’underground italiano e quanto questo mondo sotterraneo può essere influenzato dai media?

Personalmente reputo l’ambiente underground italiano di questi anni estremamente ricco.Guardandolo ci si rende conto di essere di fronte ad una creatura viva, pulsante, animata da un amore profondo verso l’arte che va ben oltre il mero fine economico. Sono tra l’altro membro, nonché amministratore, del meraviglioso collettivo artistico Carcerem Lupi Underground Resistance, che costantemente riesce a dimostrare come la scena underground nostrana sia in grado di produrre perle musicali di altissimo livello. Per quanto riguarda invece i media, io non credo che questi tengano effettivamente in considerazione la scena underground italiana quanto dovrebbero, dal momento che si meriterebbe a mio modo di vedere molto più successo rispetto a quello di cui ora gode. Certo, ricordiamoci sempre che stiamo parlando di musica estrema, non di certo adatta a tutti e che probabilmente sarà sempre destinata solo ad una nicchia ridotta di amanti, ma credo anche che molti artisti che compongono la nostra scena meriterebbero anche a livello internazionale più attenzione di quella che ottengono al momento, considerando che non hanno assolutamente nulla da invidiare ai colleghi stranieri.

Ascoltando la vostra proposta, ancorata ad influenze ambient, mi viene in mente proprio la parte più ambientale della musica di Vikernes, quella che esclude strumenti come batteria e chitarra. Quale percorso seguirà Interior Mors in futuro?

Mi permetto prima di tutto di ringraziarvi per il paragone, dal momento che venir paragonato ad un artista del calibro di Varg Vikerness, sicuramente uno dei miei preferiti, è un grande onore. Tuttavia le prossime uscite saranno nuovamente incentrate principalmente,ma non totalmente, sul black metal. Sono molto lieto di annunciarvi che sto lavorando al mio primo vero full lenght e che il 15 di settembre verrà rilasciato il primo singolo, “Tempesta”. Saranno ancora presenti all’interno di quest’album elementi ambient, ma saranno anche sicuramente di minore entità rispetto alla componente metal.Il mio obiettivo sarà sempre e comunque quello di portare ai miei ascoltatori prodotti sinceri, basati come già detto sulle mie emozioni e su ciò che amo, sperando che questi possano suscitare emozioni anche negli ascoltatori stessi.

Quali sono gli scenari più adatti per comprendere la musica da te proposta? Il viaggio mentaleandrebbe intrapreso di giorno o di notte?

Mi risulta abbastanza difficile rispondere in modo univoco a questa domanda, dal momento che reputo la mia produzione abbastanza varia sotto questo punto di vista. Sicuramente associo facilmente gli elementi più cupi della produzione al mondo della notte, dell’oscurità, dell’incerto. Se penso per esempio all’ultimo lavoro da me rilasciato al momento (“Übermensch/La Psiche Danza Tra Gli Astri Del Firmamento”) non posso far altro che associarlo ad un cielo stellato, meraviglioso, freddo e lontano. Nella mia produzione in generale sono poi spesso presenti elementi ambientali che possono aiutare l’ascoltatore nell’immersione nel brano, come il suono del vento invernale o della pioggia. Altri brani, come per esempio “Silva Arimannorum” (ma anche brani ancora inediti che faranno parte del già citato futuro album), mi sembrano invece decisamente caratterizzati da un’atmosfera molto più accesa, epica, che difficilmente associo ad un paesaggio notturno. In questi brani rivedo piuttosto la natura diurna, piena di vita e di energia che si manifesta a noi quando ci addentriamo in un bosco o ammiriamo le montagne.

Esiste una tua canzone che ti fa davverovenirei brividi oppure sei legato in maniera totale ad ogni singolo pezzo da te rilasciato?

Sono molto affezionato a tutta la mia produzione musicale ma anche consapevole del fatto che la qualità non sia uguale in ogni punto. I brani da me rilasciati negli ultimi anni hanno sicuramente un importantissimo valore affettivo e riescono ancora a suscitare in me molte emozioni, in quanto rappresentano un passo importante della mia storia da musicista: le mie origini, l’inizio della mia stessa storia. È ovvio però che la qualità di questi primi lavori non sia eccezionale; sono delle demo e come tali vanno considerate. Sono sicuramente molto più soddisfatto a livello di risultato da alcuni dei brani a cui ora sto lavorando e che spero di poter presentare il prima possibile al pubblico.

L’impostazione nervosa e velenosadella voce e della batteria che possiamo ascoltare in alcuni tuoi pezziesprimono una sorta di anelito alla distruzione della parte più debole del corpo e della mente dell’essere umano?

Più che come una via verso la distruzione delle parti più deboli dell’essere umano, ed in questo caso, essendo il progetto particolarmente personale, si parlerebbe di autodistruzione, vuole essere un’esternazione di questi aspetti. Un modo per esprimere la propria emotività. Uno scatto di blast beat accompagnato da uno scream terribilmente acido può essere un ottimo modo per esprime un forte senso di angoscia.

Ultima domanda: quali sono i colori che rispecchiano il tuo carattere, anche al di fuori del tuo essere musicista?

Il primo colore a venirmi in mente è il nero, il colore dell’oscurità e della negatività di cui talvolta siamo vittime. A questo accosto però anche il verde, il colore delle foglie scosse dal vento e delle distese che ammantano i versanti delle montagne d’estate, portando una pace immensa nel cuore di chi lo desidera.