Order Of Nosferat, Wampirvs Sinistrvs, Vampirska, Wampyric Rites, Unholy Vampiric Slaughter Sect e molti altri: è ormai assai consistente la lista dei gruppi, provenienti dai più profondi recessi dell’underground metallico estremo, che stanno riscoprendo tematiche legate al vampirismo, privilegiandone i tratti più sanguinari e mostruosi, che ben si abbinano all’estetica raw black metal (ciascuno di questi gruppi la declina a modo suo ma tutti rientrano sostanzialmente nel calderone) a discapito dell’immaginario più goticheggiante, pure accostato alla figura del vampiro, che ne esalta invece la sensualità ed il romanticismo. Insomma, più Nosferatu che Dracula e più Black Funeral (la band statunitense fu una delle prime ad inagurare questo filone con il seminale “Vampyr-Throne Of The Neast” del 1995) che primi Cradle Of Filth. Al novero si devono aggiungere anche i Morcolac, progetto italianissimo formato da A.B. alla batteria e alle tastiere e Sadomaster ad occuparsi di voce, chitarra e basso; quest’ultimo impegnato, tra gli altri, anche nei Griverion, che abbiamo conosciuto sulle nostre pagine virtuali in occasione della pubblicazione nel 2020 del debutto “The Call Of The Noose”.
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Questo “A Vampiir Is Born”, che rappresenta l’esordio, direttamente sulla lunga distanza, di questa nuova creatura della notte, si muove nel recinto del black metal di estrazione finlandese e non fa nulla per nascondere le influenze che derivano in modo piuttosto evidente da realtà come Orlok e Satanic Warmaster, e più ancora dai The True Werwolf. Insomma, si potrebbe parlare di una sorta di tributo all’instacabile Lauri Penttilä, con tutte le cosine finlandesi al suo posto: melodie lugubri e sinistre; batteria che fa tu-pa tu-pa, senza però trascurare furiose cascate di blast beats; classico screaming demoniaco da bestia ferita e produzione low-fi come da copione.
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Se mi chiedeste cos’ha da offrire di “nuovo” un lavoro come questo la mia risposta sarebbe lapidaria: assolutamente nulla. E allora perché prenderlo in considerazione? Beh, semplicemente perché contiene una manciata di canzoni scritte ed eseguite davvero bene, che trasudano devozione da ogni nota e non mancheranno di farvi scapocciare come se non ci fosse un domani, inanellando una melodia efficacissima dopo l’altra ed immergendovi totalmente in quelle atmosfere cimiteriali e medievaleggianti che costituiscono un po’ il tratto distintivo di questo tipo di releases. Non è sufficiente? Non lo posso affermare con certezza, perché è anche una questione di gusti personali o di stato d’animo del momento, però provate a dare un ascolto a pezzi come “Hail The Newborn Vampiir” e “Exile Bloodtower”, semplici ma a dir poco coinvolgenti, o a “Redwater Fangsource”, suite di quasi nove minuti di durata dal piglio sognante e dal flavour vagamente dungeon synth, ulteriormente esaltati da fughe tastieristiche dal sapore quasi fiabesco, e poi ditemi se siete rimasti del tutto indifferenti.
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E proprio le tastiere sono croce e delizia di questo lavoro, perché sono fondamentali nell’economia dei brani ma sono registrate ad un volume a tratti troppo alto, finendo per sovrastare gli altri strumenti e il cantato; cosa che potrebbe in effetti infastidire qualcuno. Io in fin dei conti sono rimasto favorevolmente impressionato: “A Vampiir Is Born” è un disco di genere in tutto e per tutto, che si inserisce in uno specifico filone, e come tale va fruito ed apprezzato, con i suoi limiti intrinseci, certo, ma anche le sue potenzialità, che qui trovano espressione degna e consapevole. “Il tempo è un abisso profondo come lunghe, infinite notti. I secoli vengono e vanno… non avere la capacità di invecchiare è terribile… la morte non è il peggio; ci sono cose molto più orribili della morte”.