Strega – Stryx Strega Strygae

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Puntualmente sulle nostre rinomate pagine virtuali usciamo dal seminato, nel senso che ci occupiamo di gruppi che poco hanno a che fare con il black metal in senso stretto. Ma d’altra parte il sito è mio e faccio quello che voglio. E perché dovrei lasciarmi sfuggire l’occasione di raccontarvi qualcosa a proposito degli Strega, qui al loro esordio? Si tratta di un neonato progetto italiano che vede coinvolti sotto mentite spoglie, ma nemmeno troppo, musicisti già impegnati in realtà note a chi bazzica l’underground metallico nostrano, come Ponte Del Diavolo e Darkend. Il concept della band è a sfondo fantasy, roba tipo “sword and sorcery” che Tolkien levati proprio, con la particolarità che le liriche dovrebbero essere in una lingua inventata per l’occasione e chiamata Arrakyan, che a occhio e croce sembra una via di mezzo tra il latino e il finlandese: una cosa del genere l’avevano già fatta quei simpaticoni delle Légions Noires nella prima metà degli anni novanta con il Gloatre, che però aveva un’inflessione molto più dura (e tanto comunque non si capiva niente). E la musica? Beh, dal punto di vista prettamente musicale la ricetta degli Strega è un gustoso heavy metal d’annata, decisamente anni ottanta, con tutte le cose anni ottanta al loro posto, compresa un’abbondante dose di melodia e chorus a metà tra il sinistro e il canticchiabile.

Non mancano naturalmente momenti più taglienti e ruvidi ma l’elemento estremo è veicolato soprattutto dal cantato che, almeno nelle strofe, è in sostanza uno screaming, anche abbastanza grattugiato e sospirato. Ed ecco perché in molti hanno definito lo stile degli Strega come blackened heavy metal, etichetta nella quale ci può star dentro un sacco di roba. In questo caso ci sta dentro un suono molto tradizionale, che potrebbe richiamare King Diamond e Mercyful Fate ma che personalmente ho trovato in alcuni momenti, diciamo più lanciati e powerosi, piuttosto vicino a certi Helloween, quelli fighi ovviamente (sarà anche perché il personaggio incappucciato e senza volto raffigurato sulla cover ricorda un po’ quello dei due “Keeper Of The Seven Keys”). E poi ci sono le tastierine maligne che in un gruppo che si chiama Strega non potevano di certo mancare perché sono quelle che lanciano gli incantesimi e, senza essere mai troppo enfatiche, si portano dietro un alone relativamente occulto che non guasta.

Insomma di carne al fuoco ce n’è parecchia per un ep dalla durata piuttosto contenuta, che si rivela però un bel biglietto da visita. La formula (magica) avrebbe anche potuto non funzionare e invece funziona, al netto di una registrazione forse eccessivamente cantinara per il genere proposto, unico difetto oggettivo di un debutto assolutamente godibile. È l’alba di una “nuova” NWOBHM, dove la “B” sta per black, dopo quella annunciata dai Darkthrone con l’omonimo ep? Non credo ma comunque ci possiamo gasare a sufficienza con questo “Stryx Strega Strygae”, che potrà piacere a tutti gli amanti delle sonorità vintage, compresi quelli che di solito nutrono le loro orecchie con roba più ruvida.