Draugveil – Cruel World Of Dreams And Fear

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Già celeberrimo nell’internet a causa della famigerata cover e di un video su YouTube con una gragnola di visualizzazioni (per lo meno per i “nostri” standard), il progetto Draugveil è diventato in breve tempo un piccolo caso nella cerchia black metal. Le critiche e le derisioni esplose nel mondo social in realtà, si sa, sono un grande veicolo pubblicitario, esattamente come era successo per la one man band ucraina Këkht Aräkh, con cui Draugveil condivide molto, innanzitutto la provenienza. Il mastermind della band, al secolo il ventitreenne Yevgen Konovalov, è infatti nativo di Kiev e solo recentemente si è trasferito a Praga. Il progetto Draugveil non è neanche la sua prima creatura sonora, qualche anno fa infatti aveva dato vita ai Shinagawalove, gruppo dai suoni marcatamente più depressivi, sperimentali e moderni. Quindi no, non si tratta di AI come qualche sveglione ha supposto.

Con Këkht Aräkh condivide grosso modo anche il genere di appartenenza, ovvero quello che è ormai noto come “romantic black metal”. Detto che di cover ampiamente più ridicole se ne sono viste a migliaia, così come gruppi che all’opposto si presentano come brutti e cattivi e poi suonano come i cugini di Tiziano Ferro, la musica dei Draugveil, com’è? La base è sempre quella di un black metal anni novanta, all’incrocio tra quello norvegese e quello finlandese, con i soliti ritmi martellanti, riff gelidi e uno screaming disperato ma mai fastidioso, il tutto accompagnato da ampie aperture melodiche, inserti tastieristici e synth atti a disegnare un’atmosfera tragica e melanconica. I testi in realtà non presentano nulla di particolare che non si sia mai sentito in un qualunque disco depressive o similari, quindi c’è poco da segnalare, sia in positivo che in negativo.

Questo “Cruel World Of Dreams And Fear” è in sintesi un disco assolutamente dignitoso e a tratti perfino eccellente, dal punto di vista sia del songwriting derivativo ma non banale, sia della produzione volutamente low-fi, sia del feeling glaciale e funesto, tutti elementi che in linea di massima dovrebbero stare alla base di ogni disco black metal di questo genere. Le canzoni scorrono veloci, prive di arzigogoli e inutili tecnicismi, anche in virtù di una tecnica compositiva piuttosto basilare ma comunque efficace. In definitiva, non soffermatevi sulla cover o sulle cazzate social e date un ascolto alla musica di questa giovane ragazzo ucraino, se lo merita eccome.