Feretri / Qliphothic Realm

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Snor Flade è un personaggio che si aggira ormai da qualche tempo nel folto sottobosco underground nostrano, prima con gli Ortro e adesso con Feretri e Qliphothic Realm, entrambi fuori quest’anno rispettivamente con “The Priests Of Chaos” e “Entrance”. Abbiamo quindi colto l’occasione per far luce sull’universo occulto che fa da sfondo a questi progetti, tra sogni lucidi, proiezioni astrali e scenari apocalittici. Buona lettura!

Vuoi innanzi tutto parlarci della tua esperienza con gli Ortro?

Anzitutto ciao e grazie per l’intervista! Gli Ortro sono stati fondati dal sottoscritto e dal batterista Sorg, credo nell’estate del 2015. In realtà ero alla ricerca di un batterista per Feretri e Sorg era l’unico disponibile sulla piazza, così facemmo una prova dove emerse da subito molto entusiasmo, ma dato che a Sorg piaceva suonare un black metal più rozzo e diretto di quello dei Feretri, optammo appunto per questo genere e creammo gli Ortro. Dopo una settimana portai i primi quattro pezzi, che in seguito furono registrati nella prima demo, seguita più in avanti dallo split “In Tenebris Flamma Trinitas Vol.III e dall’ep “Di Ossa e Spiriti”. Dopo quest’ultimo lavoro decisi di lasciare il gruppo e trasferirmi lontano dalla Trinacria, dedicandomi in solitario alla mia musica.

Con Feretri affronti tematiche legate alle proiezioni astrali e alle eggregore. Vorresti darci qualche maggiore dettaglio e raccontarci com’è nato il progetto?

Il progetto Feretri nasce nel 2014 durante un periodo travagliato della mia vita quando, dopo molti anni, sentii l’esigenza di ritornare a suonare e depositare i miei stati d’animo di allora e le mie esperienze legate all’occultismo, sia in musica che nei testi. In quel periodo avevo spontanee proiezioni astrali, ovvero quando la tua coscienza si trasferisce dal corpo fisico a quello astrale, il che può essere traumatico o no, tutto dipende dal tuo livello di consapevolezza e da ciò che vivi in quel momento, quindi in quello stato ti ritrovi con i tuoi istinti più primordiali e non puoi nasconderli né a te stesso né a chi incontri in astrale, dove anche i tuoi pensieri prendono forma. Ho fatto anche sogni lucidi, sentito in chiarudienza musica assai sublime e visto persino luoghi oscuri, come un abisso nero, dove spiriti in nero saio e col volto celato mi scrutavano dall’alto di una conca ghiacciata e m’invitavano a gettarmi dentro quell’abisso. Le eggregore non sono altro che svariate, se non innumerevoli, forme pensiero, create e alimentate dall’inconscio collettivo o create e alimentate intenzionalmente per uno scopo. Queste ultime sono propriamente create da congreghe o da singoli individui che possiedono appunto capacità occulte.

Una cosa che mi ha molto incuriosito è l’universo di Noseremo. Ce ne vuoi parlare?

Era l’estate del 2019 quando non so come e perché, tramite sogni lucidi e sotto ispirazione, iniziai a scrivere racconti, poesie e a comporre musica creando il Noseremo. <<Scienziati e truppe aliene, provenienti da un altro pianeta, invasero il nostro, dopo che una guerra nucleare distrusse tutto ciò che conosciamo. Gli unici sopravvissuti, ovvero i potenti della terra, rimasero a contatto con le radiazioni, nonostante avessero costruito dei bunker sotterranei con abbondanti riserve di cibo. Una volta terminate le riserve di cibo, i sopravvissuti furono costretti a praticare il cannibalismo, ma ciò di cui non si accorsero furono le mutazioni dei loro corpi, poiché le radiazioni presenti nell’atmosfera s’insinuarono attraverso quei bunker mal progettati, e fu così che nacque una nuova scellerata forma di vita sub-umana. Il Noseremo in quel periodo approdò sul pianeta terrestre, instaurando un imponente “Maestoso e Grigio Edificio” dove illustri scienziati praticavano tecniche di manipolazione mentale e tecniche terapeutiche ultra invasive, tutte esercitate a discapito di un popolo subumano, catturato e sottomesso da un esercito spietato denominato Anti-Life Squad>>. Solo un altro caota partecipò alla creazione di video sigilli inerenti il Noseremo, venendo dietro ai miei deliri. Oggi a distanza di tempo posso affermare che si è realizzato e verificato, sotto i miei occhi (e non solo), ciò che in qualche modo avevo riportato nei miei racconti.

Un’altra curiosità riguarda il tuo pseudonimo, Snor Flade. Cosa significa e perché l’hai scelto?

Semplicemente ho utilizzato e applicato l’alfabeto del caos sul mio vero nome, e il risultato è stato Snor Flade.

Quanto incidono in Feretri le influenze del metal più “classico” (diciamo heavy/doom), quanto invece quelle black tout court e quanto, ancora, le suggestioni ambient/noise?

Nel progetto Feretri ho sempre spaziato con vari generi musicali, questo perché tendo sempre ad assecondare il mio stato d’animo del momento, quindi puoi sentirci diverse influenze, dalla musica dark new wave al black metal fino al dark ambient. Non so mai dove e cosa sto per suonare fino a che non entro in un mio mood mentale. In “Demo“N”Era III” ho voluto rendere omaggio ai miei tre generi preferiti, ovvero il black metal, dark rock e dark ambient.

Com’è nato invece il progetto Qliphothic Realm? Anche in questo caso le liriche sono incentrate su tematiche di stampo esoterico ma credo che il focus sia un po’ diverso…

Senza troppi giri di parole, diciamo pure Satanismo. Il progetto Qliphothic Realm nacque in modo inaspettato mentre stavo suonando nuovo materiale per Feretri, quando ad un tratto dovetti interrompere di punto in bianco facendo un patto con me stesso! Già, poiché ho intrapreso un nuovo cammino spirituale e anche la mia musica doveva risentirne ed essermi da testimone, così stipulai il patto di comporre musica di getto, cercando di comporre dal nulla un brano in un giorno, il risultato è stato davvero notevole, amo i brani di “Entrance” e come suonano. Ritornando alle tematiche di stampo satanico, ci tengo a dire che non si tratta affatto del Satanismo che la società ci ha fatto credere e continua a farci credere attraverso i media, e le religioni monoteiste, assolutamente no! Il satanismo a cui mi rifaccio io precede queste ignobili religioni monoteiste, ovvero la religione ebraica, il cristianesimo e l’islam, dove la figura degli antichi Dei provenienti da culti remoti e primordiali è stata demonizzata e rimpiazzata dalle loro religioni, le quali non sono altro che programmi di condizionamento mentale dove la vera spiritualità è tagliata fuori dal contesto umano, rendendo appunto l’uomo una pecora in balia di un dio tirannico e distruttivo.

È corretto dire che, dal punto di vista musicale, Qliphothic Realm sia più strettamente connesso ad una matrice puramente black rispetto a Feretri?

Sono perfettamente d’accordo con te. Qliphothic Realm è un progetto black metal atmosferico in un contesto di registrazione volutamente Lo-Fi, puro e primordiale, e affonda le sue radici in quella che fu la seconda ondata del black metal.

Nelle composizioni di “Entrance” che ruolo ha giocato la melodia?

Fondamentale e inaspettato. Come ti ho già detto ho composto i vari brani dal nulla, semplicemente connettendomi con me stesso ed entrando nel mood del momento. “King Paimon” è un brano molto atmosferico, dedicato a colui a cui progetto è stato consacrato. Oltre alle parti atmosferiche, utilizzando tastiere e synth, le melodie sono composte anche con arpeggi di chitarre e voci cariche di pathos.

Ho anche notato uno stile vocale meno “urlato” del solito e più tendente a tonalità gracchianti: hai adottato questo approccio per dare un taglio diverso alle canzoni o ti è venuto naturale?

Entrambe le cose, ovvero il disco doveva suonare sia black metal che primordiale, quindi ho lasciato fare al mio istinto naturale.

Anche la produzione di “Entrance” mi è sembrata azzeccata, perché è grezza ma non troppo confusionaria e lascia emergere le varie sfumature. Sei d’accordo o a posteriori cambieresti qualcosa?

Non cambierei nulla di “Entrance”, lo trovo un ottimo album, sincero e primordiale. Nonostante la scelta di produrre in Lo-Fi, amo mantenere i suoni ben definiti e non trasformare il tutto in un’accozzaglia cacofonica, dove non avrebbe senso, almeno per me, trasmettere emozioni.

Chi ascolta deve poter avvertire le emozioni attraverso ogni singolo strumento che compone il tutto.

Siccome in entrambi i tuoi progetti ho notato un certo feeling cimiteriale e horrorifico, ti chiedo: sei appassionato di film horror? Quali prediligi?

Nei Feretri la mia passione per i cimiteri è palese, visto che sono nato in lutto e fin da piccolo mia madre mi portava a trovare in quel luogo colui che mi mise in questo mondo. Feci anche un video, “Passeggiata Cimiteriale”, quando andai al cimitero per il primo di maggio; mentre gli altri festeggiavano, io mi aggiravo tra tombe e lapidi in compagnia di una solitudine infinita. Per quanto riguardo il cinema horror sì, ahimè, sono un appassionato. Ho una discreta collezione di libri e dvd e prediligo scrittori come Edgar Allan Poe, Lovecraft, Clive Barker e registri quali John Carpenter, Mario Bava, David Cronenberg e molti B-Movies tra cui, per citarne giusto qualcuno: Alucarda, Buio Omega, Operazione Paura, La Maschera del Demonio etc… In campo horror ho visto di tutto e di più, mi sono spinto anche su pellicole estreme.

In che misura il black metal nella sua forma più raw può ancora rappresentare un valido veicolo musicale, in particolare per le tue esigenze espressive?

Il black metal, nella sua forma più raw, lo-fi e atmosferica, credo abbia molte più potenzialità rispetto a produzioni plasticose, commerciali e insignificanti che siamo costretti in qualche modo a sopportare. Quindi nei suoni puri riesco ancora a trovare una mia collocazione e ho anche l’opportunità di comporre davanti al mio altare, con candele e incenso, e riempire ed accendere i miei sensi, senza dover andare in uno studio di registrazione, che per il sottoscritto sarebbe troppo meccanico e perderebbe quella magia che imprimo nella mia musica.

E ti chiedo anche: pensi che il comporre e suonare “in solitaria” e all’insegna del “do it yourself” sia la dimensione ideale per i tuoi progetti?

Assolutamente sì, senza più ombra di dubbio! Ho già avuto esperienze con gruppi e musicisti ed ho sentito sempre il bisogno, quando creo, di occuparmi io stesso di ogni strumento per sentirmi libero al 100%.

Hai mai pensato di esibirti dal vivo con qualcuno dei tuoi progetti?

No, non m’interessa questo genere di cose. In parte ti ho già risposto sopra, poi oltre alla mia misantropia non avrei né tempo né voglia di mettermi a provare con sconosciuti.

Cosa dobbiamo aspettarci in futuro? C’è qualcosa che bolle in pentola? Magari un altro progetto caratterizzato da sonorità diverse?

E chi lo può sapere! Tutto è possibile, basta entrare in un certo stato mentale e lasciare scorrere le dita sugli strumenti!

Bene, l’intervista si conclude qui. Lascio a te, come di consueto, le ultime parole…

Grazie per avermi intervistato e per le domande interessanti che mi hai posto! Che dire? Forse c’entrerà poco con la musica, ma ci tengo a lasciare un messaggio per tutti coloro che sentono dentro sé stessi qualcosa a cui non sanno dare un nome, ma sanno che c’è. Dico a costoro: praticate meditazione quotidianamente, yoga, ascoltate e studiate voi stessi, diffidate dai guru e coloro che si spacciano per maestri spirituali, giacché siete voi i vostri unici maestri. Non permettete a infami corrotti di condizionare e manipolare le vostri menti, mettete tutto in dubbio e scavate nella vera conoscenza che ci è stata portata via intenzionalmente.