Esox – Watery Grave

0
256

Poco tempo fa ho recensito un disco che ho apprezzato profondamente, “Adrift” dei Marea, un mix di emo, blackgaze e post-rock. Ora ho nelle cuffie un lavoro che mi ha riacceso le medesime emozioni,  profonde come l’elemento che hanno in comune, l’acqua. Esox esordisce sulla scena blackgaze tutt’altro che in sordina e infatti “Watery Grave”, primo full length di questa one man band italiana, è un concept album di sei tracce, per una durata di circa un’ora, che delizierà le orecchie di tutti gli amanti del sound alternativo. Non è per niente semplice però, anzi è un disco molto complesso e sfaccettato che necessita di numerosi ascolti e di un assorbimento step by step per essere compreso a fondo. Per l’intera durata dell’album si può apprezzare la mutevolezza compositiva di F.S., un polistrumentista eclettico che riesce a districarsi con estrema naturalezza nella fitta rete di sub generi tra cui si muovono le tracce, con grande chiarezza di scrittura, senza perdere la verve e mantenendo alta la tensione anche in canzoni dal minutaggio assai corposo (la conclusiva “The River Nihilist” ad esempio supera i diciannove minuti).

“Watery Grave” è come una serata a teatro, uno spettacolo colto, non una commediola da quattro soldi: merita il tempo che gli va dedicato perché oltre ad essere un viaggio sonoro è anche un percorso introspettivo, una sessione di meditazione nel corso della quale si tenta di afferrare l’essenza di un altro mondo, quello subacqueo, tetro, freddo, profondo, immenso. Il ritorno all’elemento primigenio, dove tutto è iniziato, attraverso un morbido fluttuare senza gravità. Sin dall’opener si percepisce tutto ciò: lo scorrere dell’acqua e le chitarre pulite che arpeggiano sono da preludio ad un serrato riff tipicamente black metal, per poi tornare a muoversi lentamente, soavemente, dolcemente, come un fiume nel suo letto.

Questo mood è l’essenza dell’album: la fluidità del mutamento, rapide impetuose che si calmano in una lenta corrente pianeggiante. Fino alla conclusione con la già citata “The River Nihilist”, atto finale dello spettacolo, canzone dal piglio classico, quasi operistico e summa dell’album e del concept che ci sta dietro. Tanti complimenti quindi ma una critica è doverosa: la produzione è oggettivamente deficitaria e ciò indebolisce la potenza emotiva che il disco avrebbe potuto esprimere al meglio con una registrazione di livello superiore. Consiglio comunque l’ascolto di questa piccola chicca artigianale: Esox è come un luccio che si aggira silenzioso e minaccioso nelle acque scure (esox lucius appunto) e potrà forse ritagliarsi il suo spazio nel sempre più affollato panorama post black.

REVIEW OVERVIEW
Voto
71 %
Previous articleTeitanblood – From The Visceral Abyss
Next articleMoonfall – Odes To The Ritual Hills
esox-watery-graveTRACKLIST <br> 1. As I Descend Above The Water; 2. The Unbearable Cry Of The Sea; 3. Livyatan Melvillei (Watery Grave version); 4. Esox Lucius; 5. Walden; 6. The River Nihilist <br> DURATA: 60 min. <br> ETICHETTA: Independent <br> ANNO: 2025